venerdì 20 marzo 2015

Ma i bambini sognano ancora davanti alle vetrine?


Questa è una foto vintage che mi ha colpita: per un attimo mi sono ritrovata nei panni della bambina che guarda le bambole esposte nella vetrina del negozio.
Una foto che mi ha riportato indietro nel tempo, quando da bambina mi fermavo ad ammirare i giochi esposti nelle vetrine, sognando di poterli toccare. 
E mi sono chiesta se i bambini di oggi sognano ancora davanti alle vetrine. 
Molto è cambiato da quando ero bambina: la società, i sistemi di vendita, i giochi stessi.......e credo anche i bambini!
Anzitutto i negozi sono diminuiti (e conseguentemente anche le vetrine) in maniera inversamente proporzionale alla crescita dei grandi centri commerciali: è arrivata la massificazione del giocattolo, non esiste più il negozio che aveva quella cosa particolare, e magari la trovavi solo in QUEL negozio. 
C'è una bella differenza tra l'ammirare le cose esposte in vetrina e percorrere i corridoi strabordanti di merce nei centri commerciali: tra il bambino che osservava gli oggetti dentro la vetrina e gli oggetti stessi c'era una barriera fisica, il vetro appunto. 



Questo faceva sì che ciò che era visibile al di là del vetro non si potesse toccare, e trasformava la vetrina in un mondo magico, vedere e non poter toccare ingigantiva il desiderio di avere quell'oggetto tutto per noi. Ma questo significava entrare nel negozio, chiedere di vedere (e solo vedere....il toccare con mano era ancora di là da venire!)  e il varcare la soglia del negozio diventava già una dimostrazione dell'interesse all'acquisto. Con il benestare della mamma, ovviamente, che non era poi così disponibile all'idea dell'acquisto!


Oggi nelle corsie dei centri commerciali, invece, abbiamo tutto a portata di mano, si vede, si prende, si tocca, a volta si gioca anche mentre i genitori si dedicano agli acquisti.


 Tutto questo credo abbia portato alla svalutazione dell'oggetto, non è più quella cosa che si sognava di poter avere finalmente tra le mani e che, a volte, si riusciva ad avere dopo mesi di suppliche e di nasi incollati alla vetrina. Nel momento stesso in cui  l'oggetto del desiderio arrivava nelle nostre mani veniva trattato come una cosa preziosa, si conviveva con la paura di sciuparlo o rovinarlo e si cercava di averne la maggior cura possibile.


A volte invece non era possibile averlo. E in questi frangenti l'oggetto del desiderio acquisiva ancora maggior valore, diventava un qualcosa di tanto desiderato, ma irraggiungibile.

Non so se sono più felici i bambini di oggi, che hanno tutto a portata di mano, e molto più di ciò che hanno avuto i bambini della mia generazione: quello di cui sono certa è che hanno molti sogni in meno!

Voi che ne pensate?

4 commenti:

  1. Condivido cara Antonella, anche per me oggi i bambini sono molto annoiati perchè non sognano più. Questo purtroppo è molto grave a mio avviso, perchè non hanno la pazienza di aspettare e vogliono tutto subito, così una qualsiasi piccola negazione diventa una cosa enorme per loro e li fa diventare aggressivi penso.Non so se si riuscirà in qialche modo a far cambiare questa società, ormai il consumismo ha preso piede...
    un abbraccio
    sabrina

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  2. Io penso che i bambini di oggi, siano meno felici
    li vedo con un infinità di giochi compreso quelli tecnologici,però si
    stancano subito di quello che hanno.

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  3. Credo che adesso girino anche loro ,insieme a noi, nei supermercati e mettano nel carrello, quello degli adulti, quello che a loro piace. Ma fore nelle grandi città, dove esistono ancora i negozi...

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  4. Quanto ho sognato davanti alla vetrina di quello che a me sembrava un vero Paradiso….si chiamava "Al piccolo Mercurio" e oggi sembrerebbe un modesto negozio di pelletteria, giocattoli e…di tutto un po'!
    Serena giornata
    Carmen

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