martedì 17 febbraio 2015

Eroi di cartone

Eccomi a togliere le ragnatele al mio blog: sono stata a lungo indecisa sulla sua chiusura, poi ho deciso di lasciar passare il tempo e stare a vedere l'evolversi degli eventi personali. Un blog ha bisogno di essere seguito e alimentato, ha bisogno di tempo da dedicare......il tempo che a me manca!
Ma, comunque sia, rieccomi qua, tempo ne ho pochissimo, vorrà dire che sarò meno assidua di un tempo.
Vi chiederete il perchè del titolo: "Eroi di cartone" è una riflessione che parte da una collana, 
questa



Fa parte della collezione Paper Comic Strips, una collezione che ha avuto successo tra chi apprezza le mie follie.
E' realizzata con fumetti vintage di Diabolik, ogni collana è una mini storia da portare al collo.


Proprio la scelta del fumetto mi ha portato a fare una considerazione su come siano cambiati gli eroi dei fumetti: in meno di 50 anni sono cambiati il concetto di eroe, la grafica, la tipologia delle storie raccontate. Certo, Diabolik proprio un eroe non era, ma rappresentava il prototipo del ladro- gentiluomo invincibile e fedele.


Forse qualcuno tra i più avanti con gli anni se lo ricorderà

Eroi di cartone 

era il titolo di una trasmissione per la TV dei Ragazzi trasmessa dalla RAI tra il 1970 e il 1973 e divenne piano piano una vera e propria rassegna del cinema d'animazione; proponeva cartoni conosciuti e inediti, da Asterix a Spiderman, da Charlie Brown a Braccio di Ferro.
I cartoni erano divisi per tematiche che andavano dal consumismo, all'intolleranza, dai superuomini alla donna.

La sigla della trasmissione era cantata da Lucio Dalla, qui sotto ne trovate un assaggio.


                                               






Cosa è cambiato da allora nel mondo dei fumetti?

 Molto.

 A cominciare dalle matite che li disegnavano, grandi nomi passati alla storia.
  Sono cambiate le tematiche: per fare un esempio, nei fumetti di quegli anni il cattivo era condannato come qualcosa di inaccettabile, oggi può diventare l'eroe del fumetto stesso, Cattivissimo me ne è un esempio. 

Il fumetto dei miei anni di bimba aveva una potenza che affascinava  e un valore narrativo paragonabile alla letteratura, era anche pedagogico.

Trovo che nei fumetti di oggi queste prerogative si siano perse.
E me ne dispiace. E voi che ne pensate?