giovedì 3 gennaio 2013

A luci spente


Eh, lo so cosa state pensando........ma non è l'inizio di un racconto hard!

 Delusi? 

Suvvia......Leggete e qualcosa d'interessante troverete!

Comincio col dirvi che quest’anno in Italia sono stati 5 milioni gli abeti veri che hanno lasciato i vivai per entrare nelle nostre case. Ogni anno, alle soglie del Natale, ci si ritrova a dover scegliere se mettere in casa un abete vero oppure una versione artificiale dell’albero simbolo delle feste per eccellenza.

Entrambe le opzioni hanno pro e contro, vediamo quali.




Gli alberi artificiali sono fatti di PVC (cloruro di polivinile), un materiale plastico derivato dal petrolio che può contenere piombo: per la loro produzione vengono impiegate molte risorse (petrolio, acqua, carburante per il trasporto) e impiega almeno 200 anni per disgregarsi. L'80%  di essi è fabbricato in Cina, dove la maggior fonte di energia elettrica è ancora il carbone, uno dei combustibili più "sporchi". Sebbene siano riutilizzabili, gli alberi artificiali hanno comunque una vita media molto bassa: le statistiche dicono che in media una famiglia lo usa per cinque-sei anni, poi viene buttato nella spazzatura. Così l'albero finisce in discarica, e lì rimane, visto che non è biodegradabile. 




Gli alberi veri, per contrasto, sono completamente riciclabili. Per ogni albero venduto, altri nove vengono lasciati crescere fino all'altezza giusta. Fino al momento in cui dovrà essere tagliato, l'albero contribuisce a purificare l'aria e le falde acquifere, a stabilizzare il suolo e a fornire un habitat a uccelli, mammiferi e insetti. 

 



Se ritenete che  l'opzione più ecologica sia quella di comprare alberi ancora vivi, dotati di radici, vi garantirete acquisti rispettosi dell’ambiente ed eviterete rischi fitosanitari ricordandovi di  verificare la presenza dell’etichetta  con l’indicazione dell’azienda di provenienza che attesta l’iscrizione nell’apposito registro (la coltivazione degli alberi naturali è un’attività regolamentata dal Corpo Forestale dello Stato e svolta in vivai situati in terreni ad essa dedicati).





Ma quando le feste son finite e l’albero è ormai spento che fine fa?

Se è sintetico può essere riposto in cantina, pronto ad essere riutilizzato l’anno successivo, ma se è naturale, ed è stato tagliato, allora ci si trova di fronte alla difficoltà di smaltirlo correttamente.

Cosa fare allora dell’abete che ha rallegrato le nostre feste?

C’è chi lo ripianta altrove o lo restituisce al vivaio in cui l’ha acquistato, chi lo utilizza per  creare compost e chi prova a tenerlo come pianta ornamentale sul proprio balcone o terrazzo (!!!). Facciamo qualche esempio: l’abete rosso, se potesse vivere e crescere come piace a lui starebbe in montagna tra i 1.000 e i 2.300 metri di quota e allargherebbe le sue radici in orizzontale. Il pino, invece, cerca acqua in profondità e avrà la radice espansa in verticale. Non è proprio il caso di tenerli sul balcone!

E se abitiamo in una zona dal clima poco adatto alla crescita di pini e abeti che facciamo?

La cosa più logica sarebbe di acquistare alberi o arbusti di specie autoctone della zona di residenza, con 
radici o vaso o un involucro di contenimento ottimale delle radici, in modo da mantenere umido l’interno, 
per poi aver cura di ripiantarlo a gennaio in campagna, in giardino, in un parco cittadino.

Potrebbe diventerebbe una grande opportunità di rimboschimento partecipato!



Ma se non sappiamo che fare ecco che in alcune città ci sono iniziative al riguardo: se abitate a Roma dal 7 al 16 gennaio l’Ama provvederà gratuitamente alla raccolta di abeti natalizi: verranno selezionati gli alberi idonei ad essere ripiantati, tutti gli altri verranno trasformati in materiale organico.

Anche a Torino è prevista un’iniziativa analoga: ‘Non buttate via l’albero di Natale‘. Le piante verranno raccolte dal 9 al 14 gennaio e quelle selezionate saranno ripiantate all’interno del vivaio pubblico dove i cittadini potranno curarle aiutati dai giardinieri comunali. Altri abeti saranno poi destinati a diverse aree verdi della città mentre quelli non idonei al rimboscamento saranno utilizzati come materiale organico che contribuirà a far vivere in buona salute altre piante.
A Trento, in alcune giornate destinate alla raccolta, gli abeti potranno essere portati nei centri appositi.
Se non risiedete in nessuna di queste città potete rivolgetevi al comune di appartenenza per avere informazioni.

C'è però una novità: l'idea venuta a un giovane agricoltore francese che ha pensato di noleggiare alberi in vaso consegnandoli direttamente a casa. E dopo il 6 gennaio passa a ritirarli. In questo modo pini e abeti non subiscono lo shock dell'invasamento e hanno molte più possibilità di sopravvivere bene anche in un appartamento. "Tre quarti dei cinque milioni di pini venduti in Francia ogni Natale muoiono e finiscono nella pattumiera e quindi non possono essere riutilizzati, neppure per fare compost per il terreno. Per questo ho pensato di affittare gli alberi in vaso, in modo da rimetterli sul mercato per 4 o 5 anni e poi piantarli a terra per il rimboschimento del territorio".

Che ne dite, carina l’idea no?  


                                                                                                      




26 commenti:

  1. Carina sì!
    Utilissimo post, come al solito!
    Il nostro albero ha sicuramente più di cinque anni, e ha preso il posto di uno "riciclato" in quanto proveniente da casa di mio marito.
    Se dovessi cambiarlo (ma per ora non se ne parla) non credo che ne comprerei uno nuovo, né di plastica né vero, ma credo mi ingegnerei a crearne uno riciclato (ne ho visto uno stupendo in carta in biblioteca...). Certo, il vecchio finirebbe in discarica per... sempre o in un inceneritore (non ci posso nemmeno pensare).
    Buon anno!

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  2. Grazie per le informazioni, troppo spesso vengono fatte passare in secondo piano da chi dovrebbe darcele, purtroppo!
    Sno convinta che un albero debba poter semplicemente crescere nell'ambiente dove si possa trovare meglio e qui a Roma non è proprio clima di abeti...
    Ma sono ben cosciente del fatto che albero artificiale = plastica, inquinamento, non biodegradabilità...
    Ma io sono fuori dalla media, per cui il nostro albero di Natale (palline incluse) ci tiene compagnia da oltre 30 anni! :-D
    E' vecchio, un po' spelacchiato, la punta quasi rotta, i piedini andati (lo abbiamo "piantato" in vaso, col cemento a presa rapida!)... Ma non vogliamo cambiarlo nella maniera più assoluta, ormai è storico... E poi basta accontentarsi, specialmente in una festa come questa :-)
    E con le decorazioni giuste, messe al posto giusto, non dimostra affatto la sua età ed è ancora l'albero più ammirato della famiglia ;-D
    Un abbraccio, buon anno :-)

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    1. Allora mi consolo: non sono l'unica che si tira dietro un vecchio albero di natale che arriva addirittura dagli anni '50! Io lo trovo ancora bello e non intendo cambiarlo: sai quanti natali ha visto?!
      Ricambio l'abbraccio e buon anno a te!

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  3. Ciao, molto interessante il tuo blog... mi sono iscritta, se ti va passa a trovarmi!!!! ciao!!!!

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    1. Ciao Federica, benvenuta! Passerò sicuramente a trovarti nei prossimi giorni!

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  4. Avevamo da anni un alberello di asimina triloba che non cresceva e non faceva frutti.
    Abbiamo poi trapiantato a distanza di qualche anno due abeti utilizzati per Natale.
    L'alberello ha gradito così tanto la loro compagnia e la loro ombra che si è subito sviluppato,ed ha cominciato a produrre i suoi frutti.
    Premesso che forse è meglio un albero di Natale "artificiale", si ha comunque il dovere di non togliere la vita agli abeti una volta finite le feste.
    Loro hanno ancora molta da dare.

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    1. Le piante interagiscono tra di loro e quanto dici ne è un esempio!

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  5. Ciao! Che belle cose interessanti! Ne faro' sicuramente tesoro. Volevo ringraziarti per il commento che hai lasciato sul mio blog...... Sono cose molto importanti per me in questo momento. Grazie di cuore
    Lia

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  6. Molto Molto interessante questa notizia che ci dai, non si pensa mai alla fine che fanno i prodotti che comperiamo e alla quantita' di inquinamento che si produce.
    penso che sia un' idea fantastica quella del noleggio, sia per l'ecologia che per l'economia !
    buona domenica
    sabrina

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  7. Non so se l'ho già detto e in quale blog, ma sono orgoglioso del fatto che tutte le volte che in casa mia si è acquistato e addobbato un alberello vivo, Esso poi vivo è rimasto, trapiantato dopo il disgelo in giardino o sulla vicina montagnetta... :-))))

    p.s. non avevo pensato a niente di hard: di solito le scene davvero hard vogliono le luci... accese :)
    Le luci spente sono più per l'intimità e la tenerezza coccolosa...

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    1. Ecco, il tuo è un esempio di rimboschimento partecipativo!!

      p.s. il titolo mi è venuto ricordando un (orrido) filone di film anni '70, nel quale c'era sempre qualcuno che dalla propria finestra, a luci spente, spiava qualcun altro nella finestra di fronte ...ovviamente donna e a luci accese! (ma le tapparelle che ci stanno a fare?)

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  8. Ciao!! Anch'io ho un albero artificiale da tanti anni e ne ho anche recuperato uno rotto che era stato gettato, l'ho smontato completamente ed ho intrecciato i rametti con cui ho fatto delle ghirlande!
    Quando ero bambina non potevamo permetterci un vero albero di Natale e il mio papà me ne faceva uno con dei rami delle potature legati assieme e messi in una latta piena di sassi..ci si appendevano le caramelle di zucchero ed i dolcetti di S.Lucia...quando si smontava si mangiavano gli "addobbi" e i rami finivano nella stufa!!

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    1. Questo è riciclo puro: dall'inizio alla fine!! Ciao!

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  9. Antonella..forse te l'ho già detto, ma venire da te qui, ci si sente un pochino "in colpa": quante cose potremmo evitare e soprattutto come potremmo vivere meglio noi rispettando l'ambiente.ciaoo

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    1. L'importante è che ciascuno si soffermi almeno per un momento a pensare: già questo è importante! Ciao Carla.

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  10. Che nell'articolo! Complimenti! Comunque si, bella l'idea di affittare!

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  11. Ottimo post!
    Io utilizzo il solito albero di plastica da anni e non ho la minima idea di cambiarlo...

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  12. Ciao Marshall,
    Sempre molto interessanti e riflessivi i tuoi post!
    Io ho un alberello di plastica piccolo, che uso come centrotavola e che decoro con festoni di bucce d'arancia tagliate a stelllina, e poi ne realizzo uno con materiale di riciclo che poi alla fine butto via. Un anno ho preso un pinetto vero, piccolo che poi ho dato a mio cognato da tenere in giardino e l'ho "dimenticato' lì in mani sicuramente migliori delle mie!
    Buona domenica!

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  13. Quante cose interessanti si scoprono da queste parti! ;-)
    Buona domenica

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  14. Ricordo che quando ero bambina avevamo un vero abete e quel che più mi è rimasto impresso era che i suoi aghi pungevano, eccome...Che fine poi facesse dopo le feste non so bene. Di sicuro stazionava un pò in terrazza, ancora dentro al suo vaso, ma non ricordo se riusciva a sopravvivere fino all'anno successivo.
    Come hai scritto nel tuo post, questi sono alberi le cui radici hanno bisogno di tanto spazio ed è un peccato usarli per poi essere costretti a buttarli! L'idea dell'affitto mi sembra buona, ma lui,l'agricoltore francese, riesce poi a mantenerli vivi 4 o 5 anni nel vaso? Io non ho comunque questo tipo di problemi, visto che nel mio bilocale un albero, vero o finto, non ci entrerebbe assolutamente, così mi accontento di addobbi sparsi qua e là. Ciao, buona settimana Marshall!

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