domenica 11 novembre 2012

Ancora tu?? Ma non dovevamo vederci più?


Un amore che torna?

No, solo i cari vecchi sacchetti di plastica ai quali eravamo tanto abituati!



Vi ricordate?

Tutto cominciò nel 2007, quando nella finanziaria venne inserito il divieto di produzione e commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili, che divenne operativo il primo gennaio 2010.

Ma cos’è biodegradabile? E cosa non lo è? 

L’articolo 2 della legge 28/2012 stabiliva che i sacchetti dovessero  avere uno spessore di 100 micron se destinati all’uso alimentare e 60 micron se destinati agli altri usi: questo, in sintesi, il concetto di biodegradabile.
Cosa dice la legge in vigore. 

In sostanza, i sacchetti monouso (quelli del supermercato, per intenderci) devono essere non solo biodegradabili ma anche compostabili, e quindi prodotti con bioplastiche (per esempio risultato della lavorazione di amido di mais o di patate). 


Quelli riutilizzabili possono essere di plastica ma devono avere uno spessore minimo che non scende mai sotto i 60 micron (per i sacchetti usati dai negozi di abbigliamento e calzature, per esempio) ma può arrivare fino a 200 per le borse ad uso alimentare.
I sostituti delle borse in polietilene, ovvero i mater-bi, non sono risultati però troppo graditi agli italiani. Fragili e suscettibili di  tagli, più costosi dei precedenti, sono stati visti come una sorta di buco nell’acqua e lo scontro tra bioplastiche e plastiche bioaddittivate è comunque molto vivace. Anche perché, ottenere sacchetti dal mais potrebbe essere considerato eticamente scorretto, specie in un momento in cui la crisi, anche alimentare, si sta facendo sentire in quasi tutto il mondo.
Si moltiplicano però le ricerche delle possibili alternative: l’obbiettivo quindi, non è solo quello di evitare l’impiego del petrolio per la produzione dei sacchetti, ma anche delle materie prime da destinare piuttosto all’alimentazione.  

Quindi spariti i sacchetti di plastica?
 No.

No, perché il soggetto che ha spinto l’Italia a lanciarsi in questa lotta contro i polimeri non biodegradabili, cioè l’Unione Europea,  lamenta che il divieto imposto dalla normativa nazionale italiana non sarebbe giustificato: ci dice in pratica che il divieto alla circolazione dei sacchetti con spessore inferiore ai 60 micron non è giustificato.
Non si può  vietare la circolazione di un bene che è conforme agli standard europei degli imballaggi. Insomma, come spiegano le direttive, bisogna creare degli incentivi e non dei semplici divieti, anche perché non si può vietare ciò che viene ammesso per legge.


Cerchiamo di fare il punto della situazione. 

La norma europea identifica il concetto di biodegradabilità e compostabilità nei sacchetti monouso, ovvero quelli dei supermercati, che ci dice  che devono essere prodotti con bioplastiche e non devono contemplare metalli pesanti.
I sacchetti riutilizzabili possono essere di plastica ma il loro spessore minimo arriva fino a 200 micron per uso alimentare, mentre possono essere di 60 micron per uso non alimentare come ad esempio quelli usati nei negozi di scarpe. E questo per l’Europa non va bene perché non esiste nessuna norma che spinga verso questa direzione e fa notare che è stata orchestrata una campagna anti-sacchetti del tutto inconsistente.

E se il divieto venisse annullato? 


Potrebbero tornare i vecchi sacchetti di plastica!

 In mezzo a questo marasma di leggi, che ha il solo potere di farmi venire il mal di testa, faccio una mia considerazione: la lotta all’inquinamento è ovviamente un obiettivo da perseguire con tutte le nostre forze, sia come cittadini, sia come amministratori, e cosciente di questo, me ne frego dei sacchetti e uso le borse di stoffa! 
Sono pratiche, resistenti, durano tantissimo e le posso anche lavare. 
Meglio di così!!



17 commenti:

  1. E' da un bel po' che uso le borse di stoffa...mi viene male al pensiero che possano tornare le vecchie sportine di plastica, spesso abbandonate ovunque!

    RispondiElimina
  2. Borse di stoffa anche io!
    E posacenere portatile per i fumatori che mi accompagnano in giro, così evitiamo anche di lasciare quelle ciccacce ovunque :-(
    Ma voi come vi regolate per i sacchetti della spazzatura?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per i sacchetti della spazzatura, io mi regolo diminuendo la spazzatura. E infatti le buste di plastica che, nonostante tutti gli sforzi, continuano ad accumularsi, non riesco a smaltirle neanche come sacchetti. Ma sogno di poter passare alla carta per l'indifferenziato, ormai quasi completamente secco, quando, fra qualche millennio, avrò smaltito l'ultimo sacchetto di plastica...

      Elimina
    2. Io di sacchetti per la spazzatura non ne uso, metto direttamente tutto nei sacchi predisposti per il ritiro dei rifiuti. Però ho ancora sacchetti in plastica che mi girano per casa .....pffff!

      Elimina
  3. Brava! 'Trovata la legge, trovato l'inganno' quindi, come al solito, meglio fare da se'. Certo, quella contro le buste di plastica e' una guerra infinita e apparentemente senza speranza, ma non bisogna arrendersi! Sporta di stoffa forever dunque, anche fuori dal supermercato.
    È grazie per le preziose informazioni!

    RispondiElimina
  4. Sperando che non tornino mai più si può scrivere che sono"brutti"? La loro utilità dura il tragitto dal carrello all'auto e dall'auto a casa, poi per compensare la loro bruttezza li farciamo di spazzatura e li destiniamo all'ecocentro. ciao

    RispondiElimina
  5. Hai affrontato un discorso per niente facile.
    Può essere che in Italia tutto diventi così ... difficile?
    Comunque, come te, uso borse di stoffa, fra l'altro, lavabili.
    Ciao cara Marshall,
    Lara

    RispondiElimina
  6. Come rimpiago la cara vecchia borsa della spesa di una volta che durava tutta una vita!

    RispondiElimina
  7. Oh no, spero proprio che non tornino i sacchetti di plastica per la spesa...
    Per i rifiuti noi usiamo il mater bi per l'umido e, purtroppo, ancora quelli di plastica trasparente per l'indifferenziata..cerchiamo di differenziare il più possibile e di comprare cose con minimo o nullo imballaggio, ma non sempre è possibile...comunque dobbiamo imparare tutti a produrre meno spazzatura!!

    RispondiElimina
  8. dovremmo davvero imparare ad usare meno di tutto...in particolare produrre meno spazzatura. Uso anche io borse di stoffa, ma alcune volte sono smemo e non l'ho sempre con me...ed allora...accidenti...pecco!
    Mi riprometto sempre di fare la diligente....
    ciaoo Marshall

    RispondiElimina
  9. Una bella confusione...non nel tuo post, naturalmente, ma nelle leggi sulle sportine. Sui mater-bi anch'io concordo con gli italiani che lamentano la loro fragilità...spesso si tagliano nel solo infilarci le cose acquistate! Molto meglio portarsi dietro una sporta da casa e in genere è ciò che faccio. I sacchetti che in ogni modo continuo a raccimolare (apprezzo quei negozi che danno al cliente sporte in carta riciclata) li uso per la spazzatura indifferenziata. Anch'io miro a separare il più possibile, ma per questioni di spazio non posso farlo con tutti i tipi di rifiuti. Sempre molto interessanti questi tuoi post, Mashall!

    RispondiElimina
  10. Già che noi italiani siamo abbastanza casinisti con le leggi, ci mancava pure l'Europa per farci incasinare di più... Comunque al di là di tutto sono convinta che spesso, ma non sempre, i divieti servano a fare perdere delle cattive abitudini, vedi anche il fumo di sigaretta in pubblico. Se non ci fossero alcuni divieti, molti se ne infischierebbero del rispetto del prossimo o dell'ambiente (sacchetti di plastica).

    RispondiElimina
  11. Anch'io uso da un bel po' le borse di stoffa,che tra l'altro non si rompono con il peso della spesa come i sacchetti di plastica!

    RispondiElimina
  12. Ciao Marshall
    Come sempre i tuoi post sono molto interessanti e attenti all'ambiente, precisi anche dl punto di vista legislativo.
    Io per la spesa porto sempre le borse ma a casa, abitando in condominio, devo mettere la spazzatura in sacchetti.
    Ad ogni riunione di condominio il tema rifiuti è sempre in primo piano: c'è sempre qualcuno che non fa la raccolta differenziata e mischia i vari sacchetti...

    RispondiElimina
  13. ciao
    le borse di tela sono belle, utili e comode.

    RispondiElimina
  14. Un post molto interessante, Marshall, che solleva un problema mica da poco!
    Anch'io per la spesa uso capienti borse di tela, e questo già da molto prima che le sportine di plastica venissero messe al bando. Poi, per le emergenze dell'ultimo minuto, tengo sempre in borsetta una borsa di tela ben ripiegata che occupa poco spazio e mi evita di dover ricorrere alla busta fornita dal commerciante. Presto molta attenzione anche alla raccolta differenziata e cerco sempre di comprare prodotti con poca zavorra di inutile imballaggio. Per i rifiuti organici utilizzo gli appositi sacchetti che nel mio Comune ci vengono forniti gratuitamente mentre per i rifiuti indifferenziati cerco di smaltire le tanto odiose sportine di plastica che ancora mi si accumulano in casa dal tempo che fu.
    Purtroppo, da guardia ecologica volontaria, rilevo che c'è ancora troppa gente che se ne frega, buttando nel cassonetto (e anche fuori) di tutto di più.

    RispondiElimina
  15. Assolutamente borse di stoffa!!!e raccolta differenziata!!!
    mai più sacchetti di plastica!!!
    l'ambiente ha già subito danni, cerchiamo di ripararli dando un futuro ai nostri giovani!
    Grazie della tua visita!
    Claudia

    RispondiElimina