mercoledì 3 ottobre 2012

Pizza in ....scatola


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La pizza è un alimento sano e completo, simbolo dell'arte culinaria italiana e, a pieno titolo, considerata alimento cardine della dieta mediterranea.




Viene consumata prevalentemente nelle pizzerie, anche se in questi ultimi anni si è sempre più diffusa l’abitudine di portarla a casa, dove arriva conservata in apposite scatole di cartone; ogni giorno consumiamo più di due milioni di pizze da asporto. Arrivano nelle nostre case chiuse nel classico contenitore di cartone, dove le pizze appena uscite dal forno restano anche per molti minuti. Ma di che cosa è fatto il contenitore che contiene la nostra pizza? Il "cartone" è composto da tre strati: il primo è il coperchio, la parte superiore che generalmente è stampata a piacimento. poi troviamo la seconda carta (l'ondulato) che troviamo nel mezzo e serve ad irrobustire la scatola ed infine c'è il rivestimento interno, cioè la parte che è a stretto contatto con la pizza.  E spesso il cartone viene utilizzato per riscaldare la pizza nel forno di casa o come vassoio per il consumo. Abitudini ormai radicate che possono però nascondere alcune insidie, soprattutto se non si conosce la materia prima con la quale è realizzato il contenitore. Inoltre il contenitore NON può essere riciclato.



Secondo il decreto ministeriale 21 marzo del 1973, per motivi di igiene e sicurezza, i contenitori destinati al contatto diretto con alimenti umidi e grassi, come la nostra pizza, devono essere prodotti esclusivamente con carte di pura cellulosa e senza contenuti di macero. In parole povere non si può utilizzare carta riciclata: questo allo scopo di  impedire la migrazione di composti, potenzialmente pericolosi per la salute umana, dai contenitori di cartone riciclato agli alimenti. Eppure oltre il 90 per cento dei produttori di scatole per pizza, contravvenendo alle norme e mettendo a rischio la salute dei consumatori, utilizza come materia prima cartoni che hanno un contenuto di macero non inferiore al 20 per cento.
Effettuando analisi su questi cartoni sono state scoperte sostanze nocive: i diisopropilnaftaleni (DIPN) e diisobutilftalati (DIBP). Il diisobutiliftalato ad esempio, è un solvente che serve per togliere inchiostri e coloranti e viene usato nel processo di riciclaggio della carta.  Sono sostanze che rivelano la presenza di carta macero nel cartone e migrano facilmente negli alimenti, soprattutto in presenza di calore.




La cosa assurda è che, da un lato la legge vieta l'impiego di carta riciclata, ma dall'altro non c'è l'obbligo, per l'azienda produttrice, di apporre sulle scatole la dichiarazione che i tre strati  utilizzati per la produzione dei contenitori siano di pura cellulosa.  In questo modo il consumatore non sa di che cosa è fatto il cartone che contiene la sua pizza ed ignora che questa carta non può essere fatta con carta riciclata. Una situazione a dir poco "curiosa".
Ho deciso di fare un giro tra alcune pizzerie da asporto, dove con una scusa mi sono fatta dare alcune scatole per pizza. Sulla prima scatola c'era la dicitura “contenitore idoneo per alimenti”: e cosa mi garantisce che sia idonea? Niente! 


Sulla seconda c'era il logo con coltello e forchetta con la scritta "per alimenti", ma anche qui nessuna traccia di qualche scritta che mi dica chiaramente che la carta utilizzata sia di pura cellulosa....insomma, mi devo fidare sulla parola! 
Sulla terza trovo scritto solo il logo della pizzeria. 




Sulla quarta la scritta"carta interamente alimentare" (incredibile, posso mangiare la carta!!). 
Sulla quinta trovo scritto "contenitore ecologico per alimenti".......
Uhmmmm!! Insomma, tutte queste scritte non significano nulla e non offrono alcuna garanzia per il consumatore sulla reale composizione della materia prima utilizzata! 
Come sempre, finchè non interverrà una legge che obblighi l'azienda produttrice a dichiarare sulla scatola l'esatta composizione della carta, ci dobbiamo fidare. 

E non sempre la fiducia è ben riposta!  





13 commenti:

  1. Molto interessante! Non sapevo nulla riguardo alle questioni di cui parli ma nella mia lotta contro i rifiuti ho praticamente smesso, con rare eccezioni, di comprare la pizza nei contenitori a asporto: troppo materiale non riciclabile nel mio sacchetto e in discarica (o a incenerire, che temo sia anche peggio).
    Ciao

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  2. Davvero molto utile questo tuo post. Io sono solita mangiare la pizza sul cartone...giusto per tenerla più calda, ma da quanto scrivi, mi sa che dovrò cambiare abitudine. grazie ciaoooo

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  3. Ok... Mangeró pizza solo in pizzeria o al taglio!

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  4. ecco... l'ho mangiata proprio ieri sera, una pizza in scatola!! :-(
    e tra l'altro quando arrivano in quelle scatole, si sono rammollite e fanno pure schifo, le pizze! (lo dicevo io, a mia suocera, che potevo farla in casa!!!)
    effettivamente più si va avanti e più mi viene da pensare che bisognerebbe farsi tutto in casa, a partire dalla farina!!! :-(

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  5. Ciao Marshall, come sempre il tuo post è molto isruttivo e rivela la tua attenzione verso quello che il mondo ci propone e la voglia di fare chiarezza. Grazie per tutte queste informazioni !
    A presto!

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  6. Ciao Marshall, sono passata per augurarti un buon fine settimana e per dirti che ho finalmente pubblicato il post sulle opere autunnali degli amici blogger, cui anche tu hai collaborato con i tuoi animaletti in vetro.

    Ora vado di fretta ma poi ripasso a leggere il post. Viva la pizza!

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  7. Molto interessante! come sempre il consumatore deve fare un atto di fede con poche possibilità di controllare o,quantomeno, di essere correttamente informato.

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  8. Ciao Marshall! Molto interessante, grazie!!
    Buona domenica
    Carmen

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. L'anno prossimo troverete nelle vostre pizzerie delle scatole per pizza più igieniche e sopratutto riciclabili una volta usate, perchè restano pulite!

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  11. Utile ed interessante,quante insidie si nascondono tra le pieghe della legge!

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