Da dove arrivano le filastrocche? Le loro radici sono nella tradizione culturale dei popoli e costituiscono, forse, la forma poetica più semplice e antica. Sono il risultato dell'elaborazione comune della gente, non hanno un autore. Nell'ambito familiare le persone recitavano le filastrocche, le nonne le raccontavano ai nipotini che a loro volta le imparavano e poteva capitare che subissero trasformazioni nel contenuto e nel ritmo. Fin dai tempi più antichi servivano a scopi precisi: c'erano filastrocche per giocare, per far addormentare i bimbi, per farli smettere di piangere. Ma ce n'erano alcune che servivano solo a giocare con i suoni e divertirsi con le parole. Una volta erano strettamente in dialetto e tramandate oralmente. Questa è una delle più lunghe che io ricordi, se ne conoscete una versione differente me lo fate sapere?
La gatta staccia buratta
Staccia buratta
Martino della gatta
la gatta va al mulino
a fare un focaccino
suonò un mezzogiorno
il pane è cotto in forno
il pane nel paniere
il vino nel bicchiere
Cèco l'ha bevuto
suonami l'imbuto
suonamelo bene
c'è un bambino che viene
viene da Roma
porta una corona
dora d'argento
che costa millecento
centocinquanta
tutto il mondo canta
canta il gallo
risponde la gallina
la donna franceschina
s'affaccia alla finestra
con la corona in testa.
Passan tre fanti
con tre cavalli bianchi
bianca la sella
bianca la gonnella
bianco il girasole
viene un po' di sole
sole solicello
mi cascò l'anello
pesca e ripesca
pescai un pesciolino
vestito da turchino
lo buttai sotto banco
il banco era rotto
sotto c'era un pozzo
il pozzo era stretto
sotto c'era un letto
letto misfatto
sotto c'era un gatto
un gatto in camicia
si scoppia dalle risa
il cane per la via
buonanotte signoria.
Quando facevo le elementari usavamo le filastrocche per fare la "conta", per vedere chi stava "sotto" oppure per fare le squadre (come fanno i bambini di oggi?!? A 3 anni sanno già contare) Era una selezione random e faceva la conta chi sapeva la filastrocca. La filastrocca per la "conta" lunga, per pochi bambini, era "150 la gallina canta"oppure "sotto la pergola nasce l'uva" (a chi tocca tocchera) se i bambini erano molti allora si contava con il " piripipettenusa piripipettepan"
RispondiEliminalol. xDDDD . Tanti auguri di Pasqua e pasquetta. ciao
Di questa filastrocca ne conosco solo un pezzo quello che parte da ...centocinquanta, ma con alcune parole cambiate e neanche fino alla fine.
RispondiEliminaAlcune filastrocche le cantavamo da bambini , ma crescendo me le sono dimenticate un po'. Ogni tanto mi vengono im mente e le dico a mia nipote.
Ti auguro una Buona Pasqua
sabrina
Non conoscevo né questa né altre versioni, ma è bellissima!
RispondiEliminaBel post, la semplicità popolare viene spesso messa da parte nel tran tran della vita moderna, è giusto trasmettere questa forma di sapienza.
RispondiEliminaA presto :)
Non conoscevo questa filastrocca, che ho letto volentieri! In compenso l'immagine a chiusura del post mi ha evocato tantissimi ricordi... quante di quelle collanine di carta ho fatto anch'io! Tanti auguri di Buona Pasqua, a presto!
RispondiEliminaquesta proprio non la conoscevo! :-)
RispondiElimina
RispondiEliminaCiao , e buona Pasqua.Conoscevo anch'io una filastrocca molto
simile alla tua, le parole diverse, ma non la ricordo più.
Questa la racconto ai miei bimbi, anche se Pasqua è passata è molto carina!!
RispondiEliminaarrivo per caso sul tuo blog da mammavegana e...piacevole scoperta!
RispondiEliminaCiao Elisabetta, ben arrivata qui! Verrò a ricambiare la visita appena ho un pò di quello che mi manca sempre.....il tempo!
EliminaDavvero molto carina, non la conoscevo! Penso che le filastrocche siano un modo molto piacevole per avvicinarsi ai bimbi, solo che io non sono mai riuscita ad impararne una a memoria, neanche quando ero piccola. Non so perchè, da che dipenderà? Sarà un mio limite mentale, ma tutte le volte è proprio brutto prendere il libro e leggere. E vabbè, meglio di niente!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio!
Ciao carissima, ne conosco una versione dialettale, in bergamasco..o meglio io ne ricordo solo i primi versi..però non sono sicura di saperla scrivere perché ci sono suoni diversi dall'italiano ..più simili al francese e al tedesco! Proverò a chiedere a mio fratello (che conosce il dialetto meglio di me) se se la ricorda tutta!!
RispondiEliminaBuon pomeriggio!
Carmen
Non credo ce ne sia una simile dalle mie parti, ma indagherò.
RispondiElimina