giovedì 28 marzo 2013

Le Filastrocche


Da dove arrivano le filastrocche? Le loro radici sono nella tradizione culturale dei popoli e costituiscono, forse, la forma poetica più semplice e antica. Sono il risultato dell'elaborazione comune della gente, non hanno un autore. Nell'ambito familiare le persone recitavano le filastrocche, le nonne le raccontavano ai nipotini che a loro volta le imparavano e poteva capitare che subissero trasformazioni nel contenuto e nel ritmo. Fin dai tempi più antichi servivano a scopi precisi: c'erano filastrocche per giocare, per far addormentare i bimbi, per farli smettere di piangere. Ma ce n'erano alcune che servivano solo a giocare con i suoni e divertirsi con le parole. Una volta erano strettamente in dialetto e tramandate oralmente. Questa è una delle più lunghe che io ricordi, se ne conoscete una versione differente me lo fate sapere?






La gatta staccia buratta

Staccia buratta
Martino della gatta
la gatta va al mulino 
a fare un focaccino
suonò un mezzogiorno
il pane è cotto in forno
il pane nel paniere 
il vino nel bicchiere
Cèco l'ha bevuto
suonami l'imbuto
suonamelo bene
c'è un bambino che viene
viene da Roma
porta una corona
dora d'argento
che costa millecento
centocinquanta
tutto il mondo canta
canta il gallo
risponde la gallina
la donna franceschina
s'affaccia alla finestra
con la corona in testa.
Passan tre fanti
con tre cavalli bianchi
bianca la sella
bianca la gonnella
bianco il girasole
viene un po' di sole
sole solicello
mi cascò l'anello
pesca e ripesca
pescai un pesciolino
vestito da turchino
lo buttai sotto banco
il banco era rotto
sotto c'era un pozzo
il pozzo era stretto
sotto c'era un letto
letto misfatto
sotto c'era un gatto
un gatto in camicia
si scoppia dalle risa
il cane per la via
buonanotte signoria.


mercoledì 13 marzo 2013

La mamma delle mimose

Se n'è andata anche lei, la ragazza di Montecitorio, la più giovane eletta nell'Assemblea Costituente.
Fu sua l'idea di usare la mimosa per l'8 marzo, in quanto fiore povero e diffuso, e la spuntò sulle violette già in uso in Francia.  L'idea le venne quando seppe che Luigi Longo, per quel giorno, intendeva regalare alle donne delle violette: lei intervenne suggerendo un fiore più povero e diffuso nelle campagne, la mimosa, che era il fiore più facile da trovare nelle campagne in primavera.



  
Teresa Mattei,“Teresita”, era l'ultima donna vivente tra le “costituenti”, simbolo di libertà intellettuale e di spirito.
 Nel 1938, durante il liceo, venne espulsa da tutte le scuole del Regno per aver fronteggiato l'insegnante di scienze che faceva propaganda antisemita, rifiutando di assistere alle lezioni in difesa della razza.
Partecipò attivamente alla lotta per la Liberazione con il nome di battaglia di partigiana Chicchi, soprattutto nelle cellule comuniste che operavano nella città di Firenze. A lei ed al suo gruppo combattente si ispirò Roberto Rossellini per l'episodio di Firenze del celebre Paisà.
Nel 1955 rifiutò la candidatura alle elezioni per la Camera dei deputati e fu cacciata dal Pci perché contraria allo stalinismo e alla linea di Togliatti. Ma lei proseguì sulla sua strada, con la lotta in favore dei diritti delle donne e dei minori. Negli anni sessanta fondò a Milano, un Centro Studi per la progettazione di nuovi servizi e prodotti per l'infanzia.
Ma il ricordo vero di Teresa Mattei dovrebbe essere soprattutto un altro: è stata lei, segretaria dell’Assemblea Costituente dove era stata eletta a 25 anni, a insistere, insieme alle altre 20 colleghe, per inserire nella Costituzione l’articolo 3, quello che prevede – almeno nominalmente – la parità: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali .È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Questo paese si è dimenticato di lei. Nessuna traccia sui libri di storia, solo qualcosa su Wikipedia.
Così come si è dimenticata la politica: era risultata scomoda, messa all’indice del rigido Pci postbellico, per essere rimasta incinta senza essere sposata; e poi cacciata nel ‘55 per le sue posizioni contro lo stalinismo.
Lei, nella sua lunga vita, ha fatto cose splendide: si è occupata di donne, di famiglie e di scuola. Nessuno ha mai pensato di nominarla senatore a vita, cosa che invece sono gli ultimi due costituenti ancora in vita, Giulio Andreotti ed Emilio Colombo.
Nella retorica delle celebrazioni della Resistenza si è sempre parlato di padri costituenti. Ma qualcuno si è chiesto mai chi fossero le madri della Repubblica?  
Grazie di tutto Teresita.

lunedì 4 marzo 2013

Guerrilla knitting in my town

Lo conoscete? 
Guerrilla knitting è un movimento che nasce in America nel 2004, contro il grigiore delle città e con il fine di decorare i quartieri cementificati e anonimi, in cui i cittadini si trovano ogni giorno a transitare distrattamente Si potrebbe definire una forma collettiva e anonima di riappropriazione e riqualificazione degli scenari urbani da parte dei cittadini.
Con che cosa?

 Con filati colorati, maglia e uncinetto. 

Perchè ve ne parlo?

Perchè quest'anno anche il mio paese è stato contagiato da questa sorta di street art delle donne, che con filati irresistibili  hanno sferruzzato dei capolavori a strisce, a quadrotti, circolari e a forma di fiore.
Questa iniziativa parte dalla Giornata Internazionale della Donna; ma quest'anno l'Amministrazione Comunale  ha deciso di dedicare tutto il mese di Marzo alla Donna con numerose iniziative tra cui spicca Guerrilla Knitting.

Potevo rifiutare di partecipare??

Assolutamente no. E allora al lavoro!

Grazie all'abilità di numerose mani, con la lana e il cotone sono stati realizzati molti lavori a maglia e uncinetto, che sono poi stati assemblati per andare a ricoprire arredi urbani e alberi.  



Momenti di sferruzzamento collettivo in biblioteca, si preparano i quadrotti. E' anche un bel modo per socializzare......



Terminato il lavoro di preparazione, un manipolo di temerarie si ritrovano alle prime luci dell'alba di marzo per posizionare i pezzi sferruzzati

........... entrano in azione, prima che le luci del giorno facciano capolino

in modo che i concittadini possano, al loro risveglio, trovarsi di fronte ad una delle loro sorprese.


Piano piano la luce del giorno avanza e la piazza comincia a prendere colore


Bardati di decorazioni surreali, gli arredi urbani colpiscono e rallegrano anche i più cinici.





E’ così che nel freddo di fine inverno il tronco di un albero spoglio viene avvolto e riscaldato dai colori

Piccoli e grandi esempi di creatività, sintomo di un desiderio di buonumore e di una voglia di fare che non muore mai. 


Qui finisce il mio reportage, ma lascio
Una rosa per tutte le donne!