lunedì 28 giugno 2010

Tutorial: dal mattone al portamestoli




Da parecchi anni ormai, quando arriva il periodo della chiusura delle scuole, unitamente ad altre mamme, dò il mio contributo per l'organizzazione dei laboratori di intrattenimento estivo; dato che la fascia d'età dei bambini varia dai sei agli undici anni, ogni anno ci spremiamo le meningi per trovare dei lavori che, oltre ad essere utili e gradevoli, non presentino particolare difficoltà per i più piccoli.
Quest'anno la scelta è caduta sul riciclo di.....un mattone, che passo dopo passo porterà alla realizzazione di un portamestoli per la cucina....ed eccovi la "ricetta"!

Occorrente:
 un mattone forato,
martello,
vinavil,
colore acrilico in tinta,
tovagliolo per decoupage,
cementite per il fondo,
pennelli di varie misure.

Prendiamo il nostro mattone e rompiamone una parte con dei leggeri colpi di martello



Utilizzando un pennello a manico lungo applichiamo una mano di cementite, all'interno e all'esterno, in modo da avere un fondo uniformemente chiaro .
 Una volta asciutta, applichiamo l'acrilico bianco




Tagliamo quindi dal tovagliolo il disegno che vogliamo utilizzare



e applichiamolo al mattone con l'aiuto del pennello e del vinavil, facendo attenzione a stenderlo bene

Tamponiamo con un poco di colore i bordi del tovagliolo al fine di mimetizzarli...infine ripassiamo il tutto con del vinavil per lucidare.


Sul lato inferiore, infine, applicheremo del cartoncino dello spessore di 2mm. per impedire che i nostri mestoli possano scivolare una volta che il mattone viene sollevato

Tovagliolino con gallo ruspante......


Ed ecco il nostro portamestoli terminato


Qualche particolare del fungo...






Possiamo anche trasformarlo in un portafiori




Farà bella mostra di sè ovunque deciderete di posizionarlo!


E con questo post partecipo al 


C'e' Crisi!










domenica 20 giugno 2010

Le principesse tristi




Può la principessa indossare una corona di legno?
Perchè sono tristi? Tutte tristi?
La risposta abita nei loro occhi: cosa stanno guardando?


Le principesse tristi vivono l'istante mancato:
un dolore che in alcuni casi non è ancora antico, ma appena suscitato nell'anima:
in altri sguardi invece il dolore si è mutato in silenzio,
resa, tempo infinito
che scava nel legno come ogni ferita invisibile.

Guardare le principesse, scoprire cosa cercano è un modo per avvicinarsi ai dipinti: il legno si fa metafora, prima ancora che il segno lo tocchi. L'essenza stessa del legno racconta l'habitat dove lo sguardo della principessa prende vita: sono ciglia, lacrime, pupille. Sono cenni che nascono dai nodi, dalle pieghe del legno. E' come dipingere un dipinto, la tela porta con sè già il segno di ciò che accadrà. 
Alessia Bussini      Personale

lunedì 14 giugno 2010

Ciondolo Nautilus

Il nautilus è uno degli abitanti marini che mi affascina per la perfezione della conchiglia, che in natura si presenta piuttosto grossa, tanto da superare i 20 cm di diametro. L'interno della conchiglia è suddivisa in camere ricoperte di madreperla e presenta una forma a spirale. La spirale è una forma molto presente in natura, è alla base del mondo vivente, come ad esempio quella dell'ammonite, vissuto 300.000.000 di anni fa, oppure, cercando nella forma inanimata, le galassie a spirale.

Ho voluto riprodurre la spirale del nautilus, utilizzando l' Art Clay Silver, argento puro al 99,9%; ho dovuto procedere molto velocemente nella lavorazione per evitare il seccarsi del materiale (col caldo di questi giorni!) e porre strato sopra strato, senza interrompere il filo per evitare crepe. Ho sudato parecchio, ma il risultato eccolo qua.

mercoledì 2 giugno 2010

Véstiti,.....usciamo

Tornar bambina e giocare "alle signore", gioco preferito dalle bambine di ogni tempo, con trucchi,  vestiti e accessori della mamma.....Quando ho realizzato questo cappellino avevo forse voglia di tornare indietro nel tempo, per questo ho scelto questa forma: la cloche è un piccolo cappello aderente alla testa che scende a incorniciare il volto.Il modello è stato creato dalla stilista Caroline Reboux, ed era particolarmente di moda negli anni venti: la parola francese cloche in italiano significa campana, ed è esattamente la forma che prende il cappello.
Spesso sul cappello venivano cuciti differenti tipi di fiocchi, che assumevano significati diversi.
Per il cappello ho scelto del cotone viola sfumato, mi ricorda il glicine che fiorisce in questo periodo, mentre per il fiore ho scelto il cotone bianco.
Particolare del fiore

La campanula da cui prende forma il cappello